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Ricorrenze:

Festa di Montepiatto

Festa Montepiatto La Festa di Montepiatto ricorre il 4 di luglio in occasione di s. Elisabetta (la piccola chiesa di Montepiatto è infatti dedicata alla visitazione di Maria alla cugina Elisabetta), ma per comodità viene poi festeggiata nella prima domenica più vicina a quella data.
I festeggiamenti iniziano in mattinata con la celebrazione della santa messa, che segna anche l’inizio delle celebrazioni domenicali nella chiesa di Montepiatto per i mesi di luglio e di agosto. Da antica tradizione, in conclusione della celebrazione l’officiante distribuisce ai convenuti i panini benedetti (michìn, in dialetto). I custodi delle antiche storie e leggende di Torno e di Montepiatto raccontano come questo rito si perda nei secoli e non se ne conoscano appieno le origini e le motivazioni, ma conservare i panini benedetti serve come buon auspicio per l’annata che deve venire; i panini rappresentano la protezione di s. Elisabetta sugli abitanti di Torno e di Montepiatto…e possono sempre tornare utili per guarire raffreddori e mal di gola se opportunamente sbriciolati e mangiati nei momenti di bisogno.
Da alcuni anni inoltre, dopo la messa viene organizzato un pic-nic sul sagrato della chiesa dove montepiattesi e avventori condividono il pranzo e il pomeriggio in allegria.


Ferragosto

Ferragosto Il periodo di ferragosto è per Montepiatto il momento di maggiore frequentazione e affollamento: le case di villeggiatura sono quasi tutte aperte e numerosi sono i turisti e gli avventori.
È in questo periodo che l’associazione “Amici di Montepiatto” organizza numerose iniziative per coinvolgere le persone nella vita del piccolo abitato. Negli anni si sono susseguiti molti appuntamenti di carattere culinario (aperitivi sul sagrato della chiesa dopo la messa, cene nello spazio retrostante alla chiesa, ma più recentemente pic-nic in località Làn), ma anche di carattere culturale (letture di poesie o di novelle da parte di autori del posto o di scrittori invitati per l’occasione o incontri musicali) o ludiche (tombolate e gare di "scopone").


Festa del maialino

La festa del “Maialino” nata ufficialmente nel 1998, deriva dall’usanza creata da un gruppo di ragazzi, oggi più o meno trentenni, compagni di giochi nelle estati trascorse a Montepiatto durante l’infanzia, che erano soliti chiudere il periodo di villeggiatura “montepiattese” con una cena in compagnia. Questa semplice cena consumata in allegria fra questi pochi ragazzi, ha poi nel tempo modificato i propri connotati, coinvolgendo molti altri amici e conoscenti e allargandosi fino alle proporzioni attuali: mediamente un centinaio di ragazzi si raccolgono ogni anno nello spazio retrostante la chiesa di Montepiatto per continuare questa tradizione.
Più che una festa, si può ben definire un raduno di giovani che si svolge in una data sempre diversa fissata nella seconda metà di settembre: infatti ogni anno bisogna fare i conti con il meteo che in più di un’occasione ha influito pesantemente sullo svolgimento della festa, senza mai però limitarne la bellezza e il divertimento.
Negli anni, a partire da quel settembre 1998, la festa è cresciuta fino ad essere rinomata in quasi tutti gli ambienti giovanili di Como e dintorni, e ambitissima per chi ha sempre voluto partecipare, ma non ha mai potuto. Pur essendo infatti una festa molto numerosa, il numero degli invitati è soggetto al controllo dei primi fondatori dell’evento che soli hanno la possibilità di divulgarne gli inviti.
La festa si svolge con canti e balli e con una mega cena a base di polenta e del celeberrimo maialino (2 negli ultimi anni per far fronte al crescente numero di persone) cucinato allo spiedo dopo una paziente cottura alla brace della durata di molte ore.
Il filmato che potete vedere solo lontanamente può far comprendere il tipo di atmosfera gioiosa che si respira durante la “notte del maialino” e solo se avrete la fortuna di parteciparvi almeno una volta potrete davvero capire di cosa si tratta.
Questo gruppo di ragazzi, oggi ormai sulla quarantina, ha deciso di sospendere l'evento in attesa di organizzare qualcosa di più limitato e ristretto alla sola cerchia dei montepiattesi.